Sul dibattito "Kristen Stewart" che si è aperto in questi giorni, vorrei dire che il problema non sono tanto i "non mi piace!" o "non ce la vedo per la parte!" e nemmeno i "mi sta antipatica!" del tutto legittimi, perché ci sta, non ci possono piacere tutti, sai che noia sennò.
Il problema è che spesso questi giudizi sono frutto di un pregiudizio nato anni fa, quello della cattiva attrice, la monoespressiva, che con i meme ha creato una narrativa ironica e omologante che tutti, da allora, portano avanti senza la minima coscienza critica.
Se lo stesso si facesse con un'attrice emergente di oggi, i più (giustamente) inorridirebbero. Ma se lo si fa con la Stewart vi fa ridere, vi sentite legittimati, perché sapete che tanto quello è il pensiero della massa e quindi l'odio gratuito è giustificato, accettabile.
E l'essere monoespressiva non basta mai, la si odia sempre per qualcosa in più: è sciatta, cafona, brutta, musona, sporca, ingrata. Perché non sorride ai fotografi? Perché non è più femminile? Perché non è più compiacente?
La verità è che Kristen vi sta sul cazzo non solo perché è diventata famosa con un franchise etichettato come ridicola romanticheria femminile, ma anche perché non si è mai assoggettata all'ideale di donna docile, raffinata, grata, composta, sempre acconciata e desiderabile.
Non è abbastanza brava, non è abbastanza femmina, non è abbastanza etero, non è abbastanza gay. Non è niente, perché non si etichetta, e il suo non compiacervi vi dà fastidio, perché non farlo rompe degli schemi che nemmeno ci rendiamo conto di aver settato.
Ecco, se non vi siete mai dati l'opportunità di conoscerla, magari prima di sputarle addosso lo stesso odio già masticato e rivomitato da tanti prima di voi, cercate di indagare i motivi per cui vi infastidisce così tanto. Il problema è proprio lì, e non è di certo suo. Adieu.
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