Un concetto microbiologico fondamentale è la "ID50", cioè la quantità di virus che indurrà un'infezione nel 50% dei recipienti. La ID50 varia moltissimo : può essere 1 nel caso del Tobacco Mosaic Virus e di alcune salmonelle, ma è attorno a 100'000 per i prioni.
La rotta di trasmissione influenza la ID50 notevolmente: nel caso dei prioni, aumenta di 10^5 per trasmissione orale rispetto a transmissione intracerebrale.
Nella maggior parte dei casi, minore è l'esposizione, minore sarà la probabilità di infettarsi.
Un paradigma imperfetto ma intuitivo è il fumo passivo. Se corri nel bosco e incroci un fumatore, forse senti un minimo di puzza di sigaretta, ma probabilmente non te ne accorgi neanche. Ora immaginati un supermercato. I clienti entrano e escono uno ad uno, ma tutti fumano.
Oppure, ancora peggio, entri nel fumoir dell'aeroporto. C'è una bella differenza in termini quantitativi di esposizione, no? Nell'ultimo caso, il fumo passivo può persino indurre tumori.
Ogni esposizione è potenzialmente contagiosa, ma l'infezione è una questione di dose. La salute pubblica deve ridurre le situazioni più rischiose. Evitando attività teatrali e inutili (come cospargere le strade di disinfettanti o dare la caccia a chi va nel bosco per funghi)
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