Oggi la signora di 71 anni ha preparato maiale tonnato. Ma questa sera, grazie a un piccione, vogliamo raccontare una storia di Tablet, check point Charlie e umanità ai tempi del Covid-19. Parte da un gruppo di amici tra poco telelavoro e innumerevoli chat.

Domani su @NotizeIn
Gli amici discutono della solitudine dei malati ricoverati nei reparti, senza poter fare un saluto ai famigliari

Saluto che per molti sarà l'ultimo

Metà marzo: ragazzi, e se procurassimo noi dei tablet? Detto, fatto: il gruppo si forma ed in due giorni le decisioni sono prese.
Contattati i responsabili dei reparti dell'ospedale locale, che si dicono entusiasti, la domanda è: e i soldi?

Si fa la colletta, partecipano associazioni, privati, amici degli amici delle chat.

Ma mica è facile tra lockdown e burocrazie.
Primo: a raccogliere i soldi come si fa? Non si fa, intanto si promette. Anticipano le casse di una associazione e privati che si danno da fare. Il resto arriverà in contanti dopo la quarantena

Sempre meglio che un bonifico perché chi ha partita Iva teme il fisco (così l’Italia)
Secondo: il Wi-Fi all’ospedale? Non c’è...!

Pazienza. Pagheremo le schede SIM.

E trovare chi ti attiva le schede? I negozi sono chiusi!

Ma ecco un amico dell'amico che fa il broker di contratti telefonici e riesce a trovarle ed attivarle in due giorni.
E i tablet? Si ordinano online. La spedizione dei tablet sembra uno psicodramma ma il 25 marzo arrivano anche loro

Un gruppo di amici lavora fino a notte per sistemarli, attivarli e testarli tutti e 12. A posto. WhatsApp funzionante su tutti.

È fatta? Non ancora.
Chi consegna all'Ospedale?

Trovato il volontario, sembra uno scambio di spie al Check-Point Charlie della Berlino murata. Nessuno ha buoni motivi di andare all'Ospedale ma qualcuno rischia e va. Non si può entrare. La "merce" viene depositata a terra e ritirata da un infermiere
Il 26 giungo i tablet sono in uso. Divisi tra quattro reparti.

Qualche giorno dopo, arriva anche la ricompensa. Il dirigente medico che ha fatto da contatto scrive a sera tarda del 28 marzo: "Amici...”
“Vorrei che poteste ricevere direttamente tutti i ringraziamenti che ricevete quotidianamente per il vostro dono. Fra fiumi di lacrime troppo spesso di dolore, a volte di speranza e gioia, ritrovare il volto dei propri cari e poter parlare con loro non ha prezzo (...)”.
“GRAZIE da parte di tutti loro. Ma grazie anche da parte nostra, perché rende un po più "umano" questo terribile momento”.

La storia la trovate domani su @NotizeIn, ma prima un grazie a questo meraviglioso gruppo di amici e...
Un ultimo messaggio dal piccione viaggiatore: “luoghi e nomi sono appositamente omessi, perché l'iniziativa vuole restare anonima. Chi l'ha realizzata potrebbe godere di buona pubblicità ma, con forza, la rifiuta. Diremo solo che siamo nell'Ovest Veneto”.
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