Emanuele Trevi nota come il politicamente corretto non vanti pensatori illustri e sia invece praticato da "burocrati accademici e ministeriali, studiosi studiose di second'ordine, studenti facinorosi, genitori con troppo tempo libero" https://twitter.com/La_Lettura/status/1026007397029097472?s=19
A parte l'ironia di quel "studiosi/e" con cui Trevi omaggia il politicamente corretto, egli sembra dimenticare che questa espressione nacque in ambienti conservatori per deridere gli intellettuali progressisti, che si guardano bene di farla propria http://www.theguardian.com/us-news/2016/nov/30/political-correctness-how-the-right-invented-phantom-enemy-donald-trump?utm_campaign=crowdfire&utm_content=crowdfire&utm_medium=social&utm_source=twitter
Tali discipline nascono nella seconda metà del '900, a seguito delle devastazioni delle guerre mondiali, delle lotte di liberazione anticoloniali, dei movimenti per i diritti e femministi (fino alla c.d. terza ondata), della teoria critica della società e del post-strutturalismo
Il loro intento consiste nel rintracciare le forme più o meno occulte di giustificazione e perpetuazione dei rapporti di potere e dei pregiudizi del maschio bianco occidentale verso culture, generi, razze e lingue differenti, in letteratura, economia, politica, filosofia ecc.
Gli esiti sono spesso interessanti, nonostante gli eccessi, spesso involontariamente parodistici e quindi comici (che per l'appunto hanno prodotto il politicamente corretto). Tuttavia non mancano i problemi, che ne minano la validità.
Anzitutto, se ogni revisione critica della tradizione è certo benvenuta, oltre che inevitabile data l'evoluzione delle idee e dei costumi, occorre anche vedere come tale critica non sia piovuta dal cielo, ma sia stata resa possibile da quello stesso passato da cui prende distanza
Non si comprende poi per quali ragioni lo stesso atteggiamento critico (decostruzionista, genealogista, postmoderno) non debba essere rivolto a ogni tradizione, per quanto esotica ed eventualmente vittima delle discriminazioni della tradizione occidentale da cui si è partiti
In terzo luogo, risulta quanto meno ingenuo sedersi a una scrivania per passare al setaccio pregiudizi e ideologie senza chiedersi, prima o poi, come si sia giunti fino a lì: quali saperi e quali esperienze abbiano formato quel particolare punto di vista, anziché un altro.
Perciò càpita che lungo questa via si cada facilmente nell'anacronismo, per cui "la storia viene ridotta a morale, assumendo convinzioni e valori del presente come validi anche per il passato: ignorando il contesto e sostituendo alla comprensione il giudizio" Marcello Flores
Flores ricorda una mostra londinese che nel denunciare le atrocità dell'Impero britannico dimenticò la figura del politico W.Wilberforce, il quale riuscì a ottenere l'abolizione della tratta degli schiavi nel 1807. Peccato che poi si batté contro il diritto di voto alle donne.
Oppure, càpita che si pretenda di proteggere le menti del pubblico vietando le tragedie greche in quanto misogine, "secondo una concezione magica dell'azione censoria, per cui il Male viene abolito censurandone la rappresentazione, come nell'iconoclastia" @PierluigiBattis
Anacronismi (i Greci erano misogini), assurdi primati (il primo illuminista fu un monaco etiope del XVII s.) e ridicole rivisitazioni (Il suonatore di campane di Notre-Dame) che sembrano proposti più per attirare l'attenzione e fare carriera che per reale interesse scientifico.
Quello che invece mi lascia perplesso su #ElectionNight #midterm2018 #midrep2018 #midterm è l'insistenza sull'approccio identitario alla politica: cosa importa la fede di chi viene eletto? Forse che è stato candidato a causa di essa? Sarebbe gravissimo https://twitter.com/repubblica/status/1059991193411559431
Un altro esempio https://twitter.com/latinovictoryus/status/1059995974976790528 C'è di che celebrare l'elezione di Alexandria Ocasio Cortez, ma non per le sue origini. Seppure in modi diversi, Repubblicani e Democratici sono entrambi ossessionati dalle questioni identitarie (che non risolvono, semmai le radicalizzano)
Sapete qual è il rischio? Trump potrebbe aver già vinto le prossime elezioni anche se dovesse perderle, nel caso in cui riesca a ridurre la politica a uno scontro tra istanze identitarie: i WASP da una parte, dall'altra i gruppi che si definiscono per opposizione a essi
USA. Nasce il "sensitive reader", il redattore che propone la correzione di manoscritti contenenti espressioni che potrebbero offendere un qualsiasi gruppo sociale https://twitter.com/France24_fr/status/1215232743187066880?s=19 È una mossa commerciale per evitare le polemiche, ma si avvicina sempre più a una distopia
Dai #GoldenGlobes agli #Oscars2020 o ai #CesarDeLaHonte le cerimonie per i premi cinematografici stanno diventando la ribalta delle rivendicazioni sociali. In futuro avremo premi assegnati in base al genere, alla religione, alla cultura di appartenenza? https://twitter.com/AgagBoudjahlat/status/1234041664630644737?s=19
In Canada e negli USA, ogni anno a febbraio (dal 1976) ricorre il #BlackHistoryMonth col quale s'intende "celebrare l'importanza delle persone e degli eventi nella storia della diaspora africana" https://it.m.wikipedia.org/wiki/Mese_della_storia_dei_neri Le intenzioni sono ottime e cionondimeno controverse.
Come osserva il pedagogista
Jacques Touré , l'idea del #BlackHistoryMonth richiama gli stereotipi razzisti secondo cui tutte le persone "nere" siano simili, dato che avrebbero la stessa cultura e la stessa storia, cadendo in un'errata essenzializzazione https://twitter.com/djemilaben/status/1234036237347979265?s=19
In tal senso, come mostra la giornalista Tania de Montaigne in un libro recente, "i neri non esistono" se non come riduzione razzista della complessità di una persona a una specifica caratteristica https://twitter.com/demontaignetan/status/1222109691536429056?s=19 Farla propria per reazione d'orgoglio non migliora le cose
Che sia stata la forte identificazione con l'oggetto di studio o la convinzione di potersi legittimare come studiosa di storia afroamericana solo così, Jessica A. Krug non aveva bisogno di reinventare le proprie origini per essere una brava ricercatrice https://history.columbian.gwu.edu/jessica-krug 
L'abiura di Jessica A. Krug tocca punte di autolesionismo: "Sono una codarda...Non un avvoltoio [rispetto alla cultura afroamericana], ma una sanguisuga...Dovrei essere cancellata. Non lo dico per suscitare pietà. Dovete cancellarmi. Cancellerò me stessa" https://medium.com/@jessakrug/the-truth-and-the-anti-black-violence-of-my-lies-9a9621401f85
Nella misura in cui è vero che "il dibattito [circa il fatto se Kamala Harris, madre indiana e padre giamaicano, possa essere considerata nera] furoreggia sui media e i social" USA, si comprende il culmine di assurdità a cui può giungere ogni identitarismo https://twitter.com/AgagBoudjahlat/status/1305760286528417793
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